La comunicazione può essere verbale o non verbale. La prima, anche se a qualcuno potrà sembrare strano, è la prevalente me certo che anche la comunicazione verbale ha una notevole importanza. Il bambino deve imparare l’una e l’altra.

L’emulazione nei bambini

Parlare è il modo più immediato e forse più sicuro di comunicare. I gesti, il linguaggio del corpo può non essere compreso da chi ci sta davanti, le parole si comprendono immediatamente sia nel loro significato puro che nel tono con cui vengono pronunciate.

I bambini nella prima fase della loro vita non sanno usare il linguaggio e quindi sopperiscono a questa carenza con il pianto, con i gesti, le espressioni del viso. I bambini non hanno ancora altro modo per comunicare con i genitori che, spesso, non riescono ad interpretare l’espressione del loro figlio.

Ogni pediatra certamente potrà consigliare ai genitori di parlare con i propri figli fin dai primi giorni. E’ vero che l’apprendimento è graduale e richiede i suoi tempi ma una delle caratteristiche dei bambini è quella di imitare ogni cosa vedono e sentono, quindi anche le parole.

Come il bambino riconosce i genitori

I bambini, a partire dal momento della nascita, imparano a riconoscere i genitori, in particolare a mamma con la quale si instaura subito un rapporto speciale. Appoggiato sul petto della mamma dopo il parto il bambino riconosce il battito del cuore che ha sentito per così tanti mesi nel ventre.

Non è vero che i bambini appena nati non vedono, è una credenza antica e non veritiera: i bambini vedono a distanza di 20 cm appena nati, quindi vedono e imparano a riconoscere il volto della mamma e di chi li tiene in braccio.

I bambini hanno anche già l’udito sviluppato quando nascono, quindi sentono suoni e voci. I genitori, parlando al loro figlio, gli consentono di imparare a riconoscere le loro voci. Importante anche l’intonazione della voce: il bambino impara a riconoscere un tono dolce, un tono ilare come divertimento o più perentorio come rimprovero.

Le prime parole dei bambini

Certo, non c’è da aspettarsi che il bambino cominci subito a parlare pronunciando correttamente le parole, come detto, l’acquisizione del linguaggio richiede il suo tempo. 

Il bambino inizierà pronunciando alcune sillabe per poi unirle a formare le parole più semplici: mamma, pappa, papà. Di notevole importanza gratificare il bambino e invogliarlo a ripetere più e più volte, come fosse un bel gioco.

Per insegnare le parole al bambino la cosa migliore è fargli associare l’oggetto con il suono della parola: un peluche di orso che gli piace particolarmente servirà per mostrarglielo e pronunciare
“Orso” e così via.

Il bambino imparerà presto a emulare il suono pronunciato accostandolo all’immagine dell’oggetto stesso. Gradualmente il bambino comincerà a costruire il suo “Primo vocabolario”, composto da parole semplici ma presto lo arricchirà con altri termini.

Importante anche non solo pronunciare le parole al bambino ma fare in modo che possa vedere il movimento delle labbra e della bocca per pronunciarle. Anche in questo caso questo l’aiuterà ad apprendere e emulare la mamma, ad esempio, nella pronuncia. Se fate caso, i bambini osservano la bocca quando gli si parla, non è casuale.

Stimolare la pronuncia corretta

I bambini spesso usano suoni onomatopeici per identificare qualcosa, ad esempio “brum-brum” per la macchina o “bau bau” per il cane eccetera; Da un lato questo è comprensibile e può essere tollerato ma occorre insegnare al bambino la vera parola che identifica Brum-brum in modo da consentirgli di inserirla correttamente nel suo vocabolario, identificando specificamente l’oggetto a cui si riferisce. 

Leggere al bambino delle storie è assolutamente importante: il bambino imparerà a prendere confidenza con i libri e imparerà a memoria la storia, le prole, accostandole gradualmente alle immagini del libro. In questo modo il bambino arricchirà rapidamente il suo vocabolario e parlerà correttamente in modo più rapido.

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