oro

Giunti nel terzo millennio, il valore dell’oro resta sempre di inestimabile valore. Un metallo che non perde valore col passare del tempo, risultando resiliente a qualsiasi contesto storico. Anzi, nelle situazioni di maggior incertezza, come quelle vissute negli ultimi anni, il valore dell’oro non fa altro che dimostrare la propria straordinaria efficacia, diventando ulteriormente appetibile agli occhi di piccoli o grandi risparmiatori.

L’oro, d’altronde, è un bene raro, che viene estratto in quantità decisamente inferiore rispetto alla domanda. Quest’ultima, come avvenuto negli ultimi anni, aumenta inesorabilmente nelle situazioni di crisi, spingendo la quotazione dell’oro su livelli ancor più alti. Tra le più peculiarità dell’oro due, più di altre, lo rendono di valore così elevato: l’incorruttibilità e la resistenza nel tempo.

Il ruolo dell’oro nell’economia globale

Il ruolo di fondamentale importanza dell’oro è ben testimoniato dalle Banche Centrali di tutto il mondo, che lo detengono in quantità massiccia alla voce “riserve auree”. Il ruolo di quest’ultime è stato, storicamente, quello di fungere come garanzia di rimborso per i depositanti e i detentori di banconote, oltre ad essere di supporto per mantenere stabile il valore della valuta nazionale.

Anche la Banca d’Italia, in tal senso, non fa certo eccezione. Nei caveaux sotterranei di Palazzo Koch, sede della massima autorità finanziaria italiana, sono presenti circa 1500 tonnellate di oro, oltre ad altre 1000 custodite in altre località del nostro paese. Una massa che può essere quantificata, indicativamente, in circa 100 miliardi di €uro, fatte salve le oscillazioni che subisce la valutazione del prezioso metallo giallo.

Una cifra tutt’altro che infima: l’Italia, infatti, dispone di circa il 10% delle riserve auree mondiali, terzo paese al mondo alle spalle di Usa e Germania. Il nostro “bistrattato” paese, quindi, dispone di maggiori riserve auree di superpotenze come Inghilterra o Francia, paesi che sono in grado di produrre dei PIL certamente più significativi rispetto al Belpaese.

L’oro, però, non svolge un ruolo di grande importanza solo per le autorità economiche e finanziarie, ma può rappresentare, a tutti gli effetti, un asset nel quale investire una parte dei propri risparmi. Si può entrare in contatto con l’oro nei modi più differenti. Molti risparmiatori prediligono possederlo fisicamente, che si concretizza con l’acquisto di lingotti d’oro da tenere, poi, in cassette di sicurezza o caveau bancari.

Oro, un metallo che può rivelarsi prezioso per far fronte a imprevisti o piccoli sfizi

Una soluzione indubbiamente interessante, che richiede, tuttavia, una manutenzione adeguata a consentire al lingotto di restare lucente e non deperire col passare del tempo. Negli ultimi anni, l’oro è diventato un asset finanziario vero e proprio, con moltissimi soggetti che acquistano strumenti collegati al metallo giallo, come ad esempio gli ETF, che fungono da elemento diversificatore all’interno di un portafoglio ampio e strutturato.

Nei momenti di instabilità finanziaria, come ben sanno chi possiede investimenti collegati all’oro, la loro funzione anticiclica si evidenza con maggior vigore, riuscendo a fare da contraltare all’andamento negativo di altri asset finanziari: non c’è da stupirsi, quindi, se i trader più avveduti lo detengono nel loro “portafoglio titoli” in misura percentualmente adeguata ai loro obiettivi di rendimento e al grado di rischio che sono disposti ad assumersi.

L’oro, inoltre, è un fondamentale volano per ottenere liquidità istantaneamente se si rivolge a professionisti seri e affidabili. Vendendo un proprio bene prezioso, infatti, si riesce a reperire il denaro necessario per affrontare imprevisti o togliersi qualche piccolo sfizio, senza dover aumentare la propria esposizione debitoria e attendere i tempi, non di rado assai lunghi, di banche e finanziarie nell’erogazione del piccolo credito richiesto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *